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Dalle 24 del 6 luglio 2013 non è più possibile richiedere gli incentivi del Conto Energia fatto salvi gli impianti di alcuni enti pubblici e gli impianti inseriti nei registri con potenze a partire dai 12 kWp.
Ciò vorrà dire che sarà la fine (anche) dell'industria fotovoltaica? Direi proprio di no; è iniziata invece l'età matura.
Già in altri interventi in questo sito e in altre rubriche tenute in riviste di finanza si affermava con calcoli analitici che il fotovoltaico poteva comiciare a stare in piedi da solo, soprattutto nei grandi impianti.
E invece i piccoli impianti, quelli domestici da 1 - 6 KWp di potenza? Ebbene con le detrazioni fiscali stanno bene anche loro; persino i piccolissimi impianti da 1KWp che sono la potenza minima allacciabile alla rete pubblica. Anzi quest'ultimi saranno a nostro avviso i più vendibili perchè offriranno un maggior numero di potenziall opportunità di installazione: di fatto è più facile trovare le superfici necessarie per installare gli impianti e sarà maggiore il numero di coloro disposti a pagare un impianto di produzione di energia quanto il costo di un ciclomotore o di due smartphone di fascia alta. In ogni caso gli impianti da 1kWp consentiranno ottimi tempi di rientro anche senza necessariamente costruire impianti da 3 kWp in ambito domestico per spalmare i costi fissi di impianto.
Come è possibile avere un tempo di rientro poco lungo con un impianto così piccolo? Un impianto piccolo produce poca energia rispetto al fabbisogno di una abitazione ma a nostro avviso produce l'energia più importante ovvero quella prodotta autoconsumata. Aggiungiamo che oltre a essere energia autoconsumata, essendo l'energia prodotta poca, è probabile che questa sarà TOTALMENTE autoconsumata. Pertanto avremo una energia elettrica definibile TOTALMENTE AUTOCONSUMATA. Queste energia elettrica "totalmente autoconsumata" è la più pregiata per alcuni motivi:
- come tutte le energie autoprodotte consente il mancato esborso di circa 0,20€ per kWh prodotto dall'impianto
- come tutte le energie autoprodotte consente di ridurre i consumi di energia elettrica e quindi di prelevare dal distributore quantità minore di energia elettrica con prezzi unitari più bassi propri delle fasce consumo più convenienti
- non è necessario richiedere o Scambio sul Posto semplificando la burocrazia necessaria per l'iscrizione e i costi tecnici per la pratica di richiesta degli incentivi e i costi fissi di misura dell'energia scambiata (costi variabili tra i 200 e 400 euro) e i costi di gestione (GSE)
Facciamo due conti ipotizzando un consumo annuo di una famiglia con 2 figli di circa 3500 kWh e i prezzi medi presi dai dati pubblicati dell'Autorità per l'Energia in merito alle condizioni economiche per i clienti in "maggior tutela" e allegato in fondo all'articolo:
COSTI
- Costo dell'impianto: un impianto da 1 kWp si trova in commercio al costo di 1800 euro iva compresa con cavi, quadro di stringa e di consegna compresi.
- Costo di installazione: una installazione semplificata ad esempio sul balcone o in facciata sarà pari a max 400 euro iva compresa (anche gli elettricisti dovranno adeguarsi a prezzi più "umani" per una giornata di lavoro ovvero il prezzo di installazione di un condizionatore),
- Costi di allaccio alla rete: 242 euro iva compresa
Costi a + b + c = 2.442 euro ovvero dopo l'applicazione dello sconto fiscale del 50% = 1.221,00 euro
GUADAGNI
- Mancato esborso per un totale di 1000 kWh annui (si ipotizza una installazione verticale su parapetto del balcone) per un controvalore di 0,251 €/kwh imposte escluse per la fascia tariffaria da 2641 a 4440 x 859 (ovvero = 3500-2641) = 216,51 euro
- Mancato esborso de restanti 1000 - 859= 141 kWh al prezzo unitario di 0,187 €/kWh imposte escluse (della fascia da 1801 a 2640) pari a 141 x 0,187 = 26,36 €.
Quindi sommando a + b 216,51 + 26,36 sia ha un mancato esborso totale di = 242,87 €. (ovvero una riduzione di 40€ a bolletta)
TEMPO DI RIENTRO DELL'INVESTIMENTO
Dividendo il costo dell'impianto al netto delle detrazioni fiscali del 50% al mancato esborso 1.221,00 / 242,87 si ottiene che l'impainto si ripaga in 5,02 anni e continuerà a produrre energia pulita per ulteriori 25 anni in barba alle bollette. Nel calcolo non si tiene conto dell'inflazione perchè compensata dal decadimento di produzione dei pannelli e delle imposte (mediamente il 14%) perchè considerate compensate quale quota da accantonare per coprire il costo di eventuali manutenzioni sull'impianto.
Ricordo che le detrazioni fiscali sono state protratte fino alla fine dell'anno 2013.

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