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| Geotermia per usi civili |
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Il termine "geotermia" deriva dal greco "gê" e "thermòs" e il significato letterale è "calore della Terra". L’energia geotermica, quindi, è la forma d’energia dovuta al calore endogeno della Terra; vulcani, sorgenti termali, soffioni e geysers documentano la presenza di calore immagazzinato nella crosta terrestre e che fluisce verso l'esterno con l’ausilio di fluidi vettori come acqua e vapore. La temperatura, all’interno del nostro pianeta, aumenta con la profondità: 3°C ogni 100 metri, anche se esistono zone dove il flusso di calore è maggiore (9-12°C ogni 100 metri). Lo sfruttamento dell’energia geotermica consiste nell’utilizzazione del calore, contenuto in rocce relativamente vicine alla superficie, dove arriva propagandosi dalle zone più profonde della Terra. Dal punto di vista dell’utilizzazione, la geotermia si può così dividere:
nel seguito l’attenzione sarà concentrata esclusivamente sui sistemi a bassa entalpia e, in particolare, sullo sfruttamento dell’energia geotermica tramite pompe di calore. In questo tipo di sistemi le pompe di calore sfruttano l'energia termica del suolo, da considerare rinnovabile a tutti gli effetti. A pochi metri di profondità dalla superficie terrestre il terreno mantiene una temperatura quasi costante per tutto l'anno, permettendo quindi di estrarre calore d'inverno per riscaldare un ambiente, e di cedere calore durante l'estate per raffrescare lo stesso ambiente.
Le pompe di calore che sfruttano il terreno come sorgente termica si possono distinguere in tre categorie in funzione della modalità con cui avviene lo scambio termico con il sottosuolo:
Come è facile comprendere il secondo e terzo caso richiedono situazioni ambientali particolari legate alla disponibilità idrica e soprattutto comportano maggiori vincoli legislativi sull’inquinamento termico delle acque.
Ogni sonda geotermica è costituita da un circuito chiuso (andataritorno) all’interno dei quali circola un fluido termovettore (normalmente miscela di acqua e glicole). Solo per applicazioni di minore potenzialità possono utilizzarsi pompe di calore geotermiche ad espansione diretta, cioè con tubazioni di rame rivestito di polietilene affogate nel terreno nelle quali scorre direttamente il fluido frigorigeno.Diversi sono gli scambiatori di calore geotermici e le loro disposizioni. Infatti per quanto riguarda i sistemi di captazione esistono due tipi di sonde (o sensori) a seconda del terreno. La sonda orizzontale, a forma di serpentina,
La sonda verticale, nel caso in cui la superficie esterna disponibile non sia sufficiente. La profondità della sonda può raggiungere, e anche superare, i 100-110 metri circa. I prerequisiti per l’installazione di una sonda geotermica verticale sono la possibilità di accedere al sottosuolo e non avere vincoli alla perforazione, e di avere tipi di sottosuolo con una conducibilità termica sufficientemente elevata, dotati cioè di una buona capacità di trasportare calore. La conoscenza del tipo di sottosuolo gioca un ruolo determinante per il dimensionamento corretto dell'impianto, poiché non tutti i tipi di rocce e di terreni hanno le stesse caratteristiche fisiche; per determinare il rendimento termico del terreno a disposizione è quindi necessario svolgere opportune indagini geologiche. La presenza d'acqua poi aumenta il rendimento di un impianto migliorando lo scambio termico tra impianto e sottosuolo. Ogni sonda geotermica verticale è costituita da due moduli doppi in polietilene uniti a U in modo da formare un La pompa di calore riscalda l’acqua dell’impianto di riscaldamento e trova applicazione soprattutto abbinata ad impianti a bassa temperatura (pavimento radiante) ottenendo un rapporto estremamente vantaggioso tra energia fornita ed energia elettrica assorbita. (fonte: guida Energinfo - Provincia di Bergamo, guida Pexatherm)
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