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Intersolar Munich 2022: incoraggianti i numeri dei nuovi GW di fotovoltaico installati a livello globale. PDF Stampa E-mail
Scritto da Francesco Campus   
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Si è svolta come ogni anno la fiera dell’energia solare “Intersolar” a Munich, dall’11 al 13 maggio.
Il clima generale è stato quello di un settore che sta vivendo l’inizio di un forte rilancio. Dentro e fuori dall’Europa. Rispetto alle edizioni passate si nota un aumento della diversificazione di tipologia di prodotti e servizi offerti dagli stand. In prima linea ci sono sempre i grandi produttori di moduli e di inverter, (quelli storici e quelli che sono più recenti); ma ci sono anche molti Più stand dedicati a innovazioni nell’installazione degli impianti, all’espansione dei moduli bifacciali, a tecnologie di tracker compatibili con l’agricoltura, allo stoccaggio dell’energia, al crescente mercato delle batterie, alle start up.
Alcuni grandi attori poi sono spariti dal mercato. Altri hanno cambiato nome con l’acquisizione da parte di altri gruppi.
Dal punto di vista dei numeri i dati principali sul mercato mondiale sono incoraggianti ma devono ancora crescere.
Infatti:
A maggio la potenza totale installata nel mondo ha raggiunto 1 TW. Di questa potenza la metà è stata installata solo dal 2018 ad oggi.
Il ritmo continua a crescere tanto che alcune stime prevedono un ulteriore raddoppio a 2 TW nel 2025.
Il fotovoltaico da solo ha visto l’installazione di oltre il 56% di tutta la nuova potenza globale delle rinnovabili nel 2021.
Al secondo posto si piazza l’eolico, con il 31% e a seguire l’idroelettrico etc.
Ma i dati negativi sono che l’energia solare è ancora al di sotto del 4% del totale dell’energia elettrica prodotta nel mondo, e tutte le rinnovabili insieme fanno circa solo il 28,% del mix energetico elettrico, mentre approssimativamente il 72% circa del resto dell’energia è prodotta da gas, carbone e petrolio.
Il costo di produzione dell’unità di energia solare è diminuito in modo impressionante negli ultimi anni, specie negli impianti industriali che godono maggiormente del vantaggio delle economie di scala mentre gli impianti residenziali hanno un costo/unità di energia più elevato di quelli grandi. Il record come “Lowest solar auction” nel 2021 lo ha vinto l’Arabia Saudita (1,04 $cents/kWh). Mentre negli anni si è visto salire significativamente il costo dell’unità di energia prodotta dal nucleare.
Ma come si è distribuita la nuova potenza installata nel mondo? La Cina è staccata, da sola al comando con 54GW, (il 33% del totale mondiale), circa il doppio dei 27 GW installati negli USA, e quasi il quadruplo di quanto installato in India (14 GW). Seguono poi Giappone (che sta ancora cavalcando l’onda lunga delle FiT, ma passerà prossimamente ad altri programmi di incentivazione in particolare su tetti), Australia (con circa altri 6GW), Germania, Brasile (che si conferma leader continentale per i prossimi anni con un aumento del 74% rispetto al 2020 e con nuovi 4 GW in generazione distribuita e 1,5 GW in aste), la Spagna (con circa 4,8GW, che non sono pochi per un Paese con 47 milioni di abitanti, con un raddoppio abbondante rispetto all’anno precedente, e con un mercato trainato soprattutto dai PPA). L’Italia purtroppo,
nonostante gli esordi importanti risalenti ormai al triennio 2010-2013, ha installato meno di 1 GW nel 2021, e si assesta con una produzione totale che conta per solo il 2% mondiale.
Ed è destinata ad essere superata in un prossimo futuro dalla Spagna e da altri Paesi le cui politiche rendono più semplice, conveniente e fattibili le nuove installazioni.
Anni fa si vociferava di identificare le aree idonee…in numerosi seminari ci eravamo interfacciati con le persone che a livello politico annunciavano la necessità di identificare dove si sarebbero potuti fare gli impianti, in modo da consentire nuovi sviluppi e corsie preferenziali.
Al di là di alcune zone industriali, di ex cave o di zone da bonificare, della solar belt, la realtà è che al momento si sono soprattutto identificate ed escluse alcune aree non idonee.
Tanto poi gli ostacoli vengono fuori durante lo sviluppo di progetti, o in conferenza dei servizi o in altri momenti…. con buona pace degli sviluppatori che compiono un lavoro ad alto tasso di rischio di insuccesso.
Ci si augurerebbe che l’urgenza di sostituire l’energia prodotta con fonti fossili, e in particolare con il gas d’importazione, mettesse un po' di fretta al legislatore e spingesse anche il ministero della transizione ecologica a facilitare le produzioni di energia rinnovabile.
P1070260 RID
Se in Spagna l’anno scorso si sono fatti 4,8 GW e da noi neanche 1 GW, la ragione non risiede solo nella maggior disponibilità di terreno e nella minor densità di popolazione della penisola
iberica, ma anche nell’atteggiamento favorevole della politica e nell’ampio utilizzo dei PPA.
Almeno l’agrovoltaico, da noi, dovrebbe poter essere agevolato e sostenuto in modo da consentirne l’installazione in PAS anche in zone meno “baciate” dalla cosiddetta Solar belt…una misura intelligente e e ben studiata, ma anche una congiuntura astrale favorevole 1 non così comune da verificarsi, che opportunamente ha consentito installazioni agrovoltaiche con procedura semplficiata nei terreni posizionati entro un raggio d’azione ridotto (3 km.), da zone industriali. Ma è una misura che seppur logica e benvenuta, presumibilmente non basterà a fare i grandi numeri di cui l’Italia ha bisogno.
Le comunità energetiche cresceranno…ma forse a una velocità ridotta rispetto alle necessità.
La nuova capacità installata a livello mondiale, secondo alcune stime dovrebbe salire a 228GW nel 2022. E’ una buona prospettiva ma il cambiamento climatico sta facendo vedere solo la punta dell’iceberg di quello che ci aspetta negli anni a venire. In realtà le misure intraprese dovrebbero creare maggiori contrasti alle emissioni di GHG.
Se l’Italia vuole essere parte della soluzione e non del problema, se ci si vuole sganciare dal rincaro dei prezzi delle fonti fossili che importiamo, se si vuole smettere di favorire chi estrae, raffina e commercia in petrolio, gas e carbone, se si vuole rendere sostenibile l’utilizzo di veicoli elettrici, e se si vuole frenare la quota di emissioni che il nostro Paese produce, occorre che l’energia elettrica venga prodotta in modo pulito sul territorio nazionale.
Quando si vedranno più sostanziose misure concrete che facilitino le nuove installazioni sia di impianti industriali che di agrovoltaico, sia di tetti che sul fronte delle comunità energetiche?
Quando ci si renderà conto che è opportuno fare tutto il possibile per produrre in modo pulito l’energia che al momento paghiamo a caro prezzo e che continua a riscaldare e a danneggiare il pianeta?
In sostanza c’è da augurarsi che chi si occupa di legiferare in materia di ambiente voglia essere ricordato per aver fatto quello che bisognava fare. Per aver davvero operato a favore di una transizione ecologica. Al momento non sembrerebbe pervenuta questa volontà concreta.
Almeno così dicono i numeri.

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